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“La bambina cieca e la rosa sonora” tratto da un testo per musica di Anna Maria Farabbi, interpretato da Vincenzo Mastropirro nella regia e nel continuum musicale per una musica sacra e infinita.
La stessa scrittrice annuncia l’opera: "Lo stupore infantile di chi si sporge nell’anello del pozzo. del pozzo cosmico. e chiede come un atto istintivo, allarmato, tenerissimo: dove da dove perchè. e chiede dalle profondità del sé, con voce fragilissima. E questo chiedere fa un’eco impastato di vento e di frullo d’ali. Si modula, si orienta, si precisa, si potenzia come un velocissimo stormo vocale fino all’ombelico della pancia madre che è la vita mater, la vecchia, vecchissima, ancestrale mater. La durata del viaggio è la rosa sonora. Dentro cui agisce tutta la cultura del mito, della sensorialità, del simbolo, del suono e del silenzio organico.
Gli artisti offrono soltanto un tappeto volante per la lunghissima, intensa, spirale del viaggio. Io, l’idea e la tessitura delle parole."
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