domenica 28 febbraio 2010

BENVENUTI NEL PAESE DELLE DONNE

un libro che racconta di Donne eccezionali

Francesca Rosati Freeman
HA SCRITTO BENVENUTI NEL PAESE DELLE DONNE
Un viaggio straordinario alla scoperta dei Moso
Una società matriarcale senza violenze né gelosie

collana GENDER STUDIES

Un viaggio straordinario 'a sud delle nuvole', alla scoperta di Nu Guo, il paese delle donne.

Qui abitano i Moso, un'etnia strutturata in grandi famiglie matriarcali. Un sistema unico, nel quale le donne 'portano sulle spalle' un'intera comunità e i valori su cui sono costruite tutte le nostre società sono rovesciati.

I Moso, infatti, rifiutano il matrimonio e le coppie passano la notte insieme per separarsi all'alba. Bizzarro, no? Pensate a una madre che redarguisce un figlio disubbidiente sotto la minaccia di farlo sposare!

XL EDIZIONI

venerdì 19 febbraio 2010

Progetto Gypsos

Progetto Gypsos

Corso di disegno classico
a cura di Aniello Scotto


Gli incontri sono dedicati all'apprendimento delle tecniche del disegno classico e si svolgeranno nella preziosa gypsoteca dell'Accademia luogo previlegiato per il disegno dall'antico.
La gipsoteca,riaperta dal 2007,raccoglie i calchi in gesso di famose opere classiche,elementi di ornato e particolari anatomici,nonchè gessi di invenzione di grande qualità dell'Ottocento e del Novecento.



Il corso della durata trimestrale prevede un incontro settimanale di 3 ore dalle ore 16.00alle ore 19.00 del giovedì.

Inizio corso 11 marzo 2010

Per le modalità d'iscrizione consultare il
sito www.accademianapoli.it


le iscrizioni sono aperte dal 22 febbraio al 10 marzo

Accademia di belle arti di Napoli
via bellini,36 80138 napoli
tel.+39 081 441900-441887-444245
fax + 39081 444245
www.accademianapoli.it
e-mail:napoli_accademia@libero.it

le cose e le anime sorelle

Centro Documentazione Donna
via Terranova 12/ b
Ferrara
vita e poesia di Antonia Pozzisabato 20 febbraio alle ore 17
Adriana Lorenzi e Ida Travi
Approfondimenti sulla vita e riflessioni
sulla poetica di Antonia Pozzi
Lettura di poesie - Brani dal diario
voce di Emanuela Cavicchi
Ida Travi: sguardi su Antonia Pozzi
rimandi tra poetiche
Adriana Lorenzi: sulle orme di Antonia Pozzi
suggestioni per un racconto
Brani dal racconto “L’anima che arde non
soffre il disfacimento dell’ombra”
di Adriana Lorenzi

Ascolto del radiodramma “Sogno invernale con resurrezione”
di Ida Travi
Presentazione degli Atti del Convegno su Antonia Pozzi
ViennePierre 2010
Università degli Studi – Milano 24-26 novembre 2008)
Ore 20.30 Proiezione del film “Poesia che mi guardi”
di Marina Spada

giovedì 18 febbraio 2010

EscArgot _ scrivere con lentezza

Roma, martedì 16 febbraio 2010, alle ore 20:30
presso ESC Atelier Autogestito
via dei Volsci 159 [ San Lorenzo ]


nell’ambito del progetto EscArgot _ scrivere con lentezza

presentazione di
PROSA IN PROSA

(Le Lettere, 2009 - collana fuoriformato)
saranno presenti gli autori:
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale,
Andrea Inglese, Andrea Raos, Michele Zaffarano



coordinamento e interventi critici di Andrea Cortellessa
* * *
Un libro a sei voci – Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Andrea Inglese, Andrea Raos, Michele Zaffarano – vuole fare il punto – in modo “militante”, di parte – su una forma di scrittura da qualche tempo divenuta molto attuale e discussa, anche in Italia: la poesia in prosa, dando luogo, da subito, a qualcosa di nuovo. Dopo almeno centocinquant’anni di storia, questo genere non solo ha raggiunto una piena maturità ma può anche confrontarsi con la sua tradizione; può tentare di ripensarla criticamente. Il titolo lo suggerisce: dalla prosa si tratta di tornare (polemicamente, ironicamente) alla prosa stessa, e scoprire uno spazio diverso. È finito, con ogni evidenza, il periodo in cui il non-verso doveva innanzi tutto costringerci a riflettere sulle carenze del verso, sui confini del poetico, della poesia. La scrittura in prosa, forte di una consapevolezza spietata intorno all’impasse in cui la comunicazione letteraria in toto langue, interagisce con i generi del discorso istituzionalmente non-poetico: cronachismo, narratività, parlato informale. E, a ben guardare, di “poesia” in prosa qui non si può (più) propriamente parlare. Tra molti modi di intendere la poesia e molti di intendere la narrativa (dal racconto al romanzo), si apre un terzo spazio abitato da forme ancora differenti, che preferiamo definire “prosa in prosa”.





* * *




Prosa in prosa su POESIA di febbraio, ora in edicola:
http://slowforward.wordpress.com/2010/02/02/poesia-di-febbraio


sul sito de Le Lettere:
http://lelettere.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=&TS02_ID=1502

Cuore di poesia


Sabato 20 febbraio alle 17:30 alla sala centrale del Museo Cambellotti (Piazza San Marco - Latina) ci sarà un reading musicale del mio libro "Cuore di Poesia".

Ci saranno tanti musicisti (Piergiorgio Ensoli, Marco Libanori, Fabio Conti, Etta Lomasto e tanti altri) che accompagneranno la lettura delle mie poesie, lette da me e da Marina Provenzano.

“la poeta/ la poetessa”.

Anna Maria Farabbi ha ricevuto una mail da Giuliana Lucchini, una nota traduttrice, che le ha proposto un suo scritto riguardo la parola "poeta".
Anna lo pubblicherà su "carte sensibili" http://cartesensibili.wordpress.com/ e pubblicherà anche le nostre risposte e quelle di amici e amiche che vorranno esprimersi. Me lo trasmette per farlo girare, anche su face book. Per raccogliere così vari pareri. Se vorrete quindi scrivete la vostra idea e diffondete. Grazie. Vittoria Di seguito il testo della Lucchini:


"G i u l i a n a L u c c h i n i



Piccola disputa o diatriba :

“la poeta/ la poetessa”.



Nessuno si sognerebbe mai di riferirsi a Saffo, o a Gaspara Stampa, come ‘la poeta’. Tuttavia c’è ancora chi crede che dire ‘poetessa’ sia discriminante per la donna che scrive poesia.

In senso generico, si chiama ‘poeta’ chiunque, indipendentemente dal genere femminile/maschile, siamo d’accordo. Ma insistere a porre l’articolo femminile e dire ‘la poeta’/’le poete’ ogni volta (quasi un rifiuto della propria condizione, mentre si vuole affermarsi), al giorno d’oggi, dopo le conquiste di indipendenza orgogliosa e di affermazione di volontà femminile, suona quasi ridicolo. La cosa poteva andare bene quando la donna era considerata non all’altezza degli uomini nei campi della conoscenza e del potere creativo, per la sua condizione secolare di reclusa alle mansioni del focolare domestico: soggetto debole. Nessuno si sogna più di riferirsi a quel tempo andato. La donna ha ampiamente recuperato, ha bruciato i tempi, e oggi cavalca sulla prateria del sorpasso.

“ - Sono gli uomini che hanno imposto la distinzione del ‘genere’ ”, si sente dire. E chi altri, se no? Dio, che creò l’uomo e la donna, uguali e distinti.

Chi si sognerebbe di chiamare ‘la pittore’ una pittrice, o ‘la professore’ una professoressa? Ci sono secondo l’uso nomi in comune che per distinguersi nel genere usano l’articolo femminile, ‘dentista’, ‘farmacista’. Ma chi direbbe ‘la medico’, ‘la dottore’, ‘la scrittore’ ?

Soltanto perché poeta finisce in ‘a’ ?



Per valutarsi grande oggi la donna non ha bisogno di espedienti di spinta maschile. E’ già forte e libera.

La nostra ricca lingua italiana (grammatica fatta da uomini, d’accordo) ci permette di distinguere fra genere maschile e genere femminile senza disdoro. Il sesso ci differenzia. A ognuno il proprio posto. Usiamo la lingua secondo la tradizione. Rivalutiamo il termine “poetessa”, così nobile e distinto. Per sentirci donne di successo al pari degli uomini, non ci abbassiamo a trasformarci in maschi, appropriandoci di un nome loro, per darci vigore e distinguerci a loro pari con un ridicolo ‘la’.

Non ne abbiamo bisogno.





Chi la pensa diversamente?"

martedì 16 febbraio 2010

John Keats-1819

« Brillante étoile ! Que ne suis-je comme toi immuable,
Non seul dans la splendeur tout en haut de la nuit,
Observant, paupières éternelles ouvertes,
De la nature patient ermite sans sommeil,
Les eaux mouvantes dans leur tâche rituelle,
Purifier les rivages de l’homme sur la terre,
Ou fixant le nouveau léger masque jeté
De la neige sur les montagnes et les landes-
Non-mais toujours immuable, toujours inchangé,
Reposant sur le beau sein mûri de mon amour,
Sentir toujours son lent soulèvement,
Toujours en éveil dans un trouble exquis,
Encore son souffle entendre, tendrement repris,
Et vivre ainsi toujours-ou défaillir dans la mort. »

John Keats-1819

venerdì 12 febbraio 2010

martedì 9 febbraio 2010

l’Ecole des Pouvoirs!

Inscriptions ouvertes au PREMIER CYCLE
d’animations de l’Ecole des Pouvoirs!
27 février - 6 mars - 13 mars

à l’Espace Senghor (Etterbeek)

Inscriptions par mail à animations@maelstromreevolution.org, ou par téléphone au 0494/83.61.65
Participation aux frais: 10€ pour le cycle enfants - 12€ pour le cycle ados
Plus d'informations ainsi que des photos et des extraits vidéos seront visibles sur notre blog http://ecole-des-pouvoirs.tumblr.com

ANIMATIONS ENFANTS de 13h30 à 15h30Poésie et théâtre d'ombres...
Qu'est-ce que, pour chacun, la poésie? Après une première séance de jeux autour des mots, des images et des atmosphères, nous verrons comment construire notre propre récit et mettre en scène nos propres personnages... Nous partirons ensuite à la découverte du théâtre d'ombres, pour faire danser nos mots et nos idées!
ANIMATIONS ADOS de 15h30 à 17h30

Pourquoi lire? Pourquoi écrire? A travers ce cycle, nous proposons une rencontre avec les mots: les mots qui viennent de nous, les mots qui viennent de l’autre. Il est une rencontre entre un poète et des lecteurs - poètes eux aussi?

Venez exercer votre plume et exprimer vos idées. Venez découvrir Jah Mae Kân et son Bookleg (le livret qui marche) paru chez maelstrÖm reEvolution: le Bookleg #56 “Elégie Palestine - Messe noire pour la paix”

Pour plus d’informations sur le livre
http://www.maelstromreevolution.org/pages/FRA/prodotto.asp?ProdottoID=168&FamigliaID=0
et sur son auteur http://bruslam.over-blog.com/ext/http://jahmaekan.canalblog.com/

Alberto Toni

Martedì, 16 febbraio ore 17.00

Alberto Toni, Alla lontana, alla prima luce del mondo
Presentazione del libro di Alberto Toni Alla lontana, alla prima luce del mondo
edito da Jaca Book nel 2009.

Interviene Gabriele Pedullà.


Biblioteca Vallicelliana
Piazza della Chiesa Nuova, 18
00186 Roma
Tel. 06 68802671
www.vallicelliana.it
b-vall@beniculturali.it

"Registro dei fragili"

Giovedi 25 febbraio alle ore 18.30
Centro Svizzero di Milano
Fabiano Alborghetti presenta il libro
"Registro dei fragili"
con prefazione di Fabio Pusterla (Casagrande editore, 2009)

Una madre uccide il figlio. Il fatto di cronaca diventa lo spunto per una ricerca sul campo minato della normalità. Con 43 canti che procedono a ritmo incalzante, a tratti perfino ipnotico, Alborghetti segue le persone comuni nei vari non luoghi di una provincia qualsiasi, i supermarket, le palestre, i giardinetti, per spiarne le scelte, i dialoghi, i sogni e le catastrofi.


L'autore dialogherà
col poeta Giampiero Neri e con lo scrittore e drammaturgo Giampaolo Spinato

ricordando Antonio D'Alessio

domenica 7 febbraio 2010
«Il tempo / da trascorrere non è troppo / lontano» :ricordando Antonio D'Alessio


Autore prematuramente scomparso a soli 32 anni, musicista, persona attenta e disponibile nei confronti dei più deboli e dei meno fortunati, «Antonio ci ha lasciato nella carne, ma il suo spirito vive oltre lui, nell'aria, nei ricordi, nell'amore della sua famiglia, nei versi che, già ordinati e scelti di suo pugno, ha donato alle mani che avrebbero aperto il cassetto con i fogli dattiloscritti; le mani di suo padre desiderano renderli pubblici…» (così Narda Fattori nella partecipata Prefazione al libro che li raccoglie, La sede dell'estro, Edizioni G.C. “F. Guarini», Montoro Iferiore, 2009).
I suoi versi sono fotografie di un animo che sa raggiungere l'essenza più profonda delle cose.Camminando: e riascoltareil mio cammino.(p. 18)***Da piccolo cercavi calore;oggi ho capito che il fuocoè dentro di me.(p. 21)***Il piccolo randagio ora più che maivaga da solo e non trova viad'uscita al labirinto.Emarginato dal branco per il suoessere, viaggia nella sua pazziache lo rende sempre più fragle,anche se il guerriero incutetimore.Forse solo l'amore pure potrebberendere docile il piccolo cuccioloche, anche se stanco di leccarsile ferite, non si cala nelleleggi dell'uomo.(p. 38)
Pubblicato da alessandro a 09.42

lunedì 8 febbraio 2010

Inedito per una passante poesia Dale Zaccaria

Manni , dic.2008
"....e chiamiamo distanze / scriviamo canzoni."
di Vittoria Ravagli

Colpisce la musicalità di questa poesia che sembra scritta per essere recitata con l' accompagnamento di uno strumento dai suoni leggeri.... E' piena di aria, colori e un'infinità di fiori e cieli e stelle. E di luce, fuori e dentro: osservazione, ricerca; ed amore, spirituale e terrestre.
Una vertigine di sensazioni, atmosfere, incontri per questa "passante" appassionata che osserva stupita la terra madre, e la canta: le immagini poetiche si rifanno per lo più al mondo vegetale. Nella poesia di Dale germogli, radici, erba son complementari a lei, parte stessa di questa natura che ama e canta. Le sue parole sono libere come l'aria e cambiano di senso, assumono significati nuovi, sole o accoppiate tra loro creano immagini/suoni comprensibili e inediti: Dale osserva gli alberi "che non dicono"/ c'è "il volare delle mani/ "uno sbadiglio d'anima" "lo stormo dei ..capelli/"lo sgorgare delle campane" "e sono nuvole,/le palpebre,/ montagne,/ ombre del cielo" . E' "nel cuore del mondo", dice: "nell'acqua/ nel fondo/ ti cerco". Quando scrive dei fiocchi di neve pare descrivere il nostro percorso umano: "e passavano e morivano/e morivano e passavano". Assonanze, parole ripetute ad arte, musicalità, bella poesia, anche per noi "passanti", sconosciuti, gli uni agli altri, forse a noi stessi. Passanti in cerca di amore, silenzio, parole e canti. Con intorno un mondo bellissimo, una terra che ci regala infinite fantastiche immagini.
Anche la morte è una "passante": ".. ancora per poco/m'infiammeranno le stelle.."
Ma non gira intorno a sé, non si autocompiace la poesia di Dale. E bellissimo é il suo canto per Malalay Joya, simbolo delle donne coraggiose "senza nessun padrone". Qui diventa forte, terrestre, la donna poeta che canta per tutte le donne "..la voce di una donna/di altre cento donne.."
"..ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto

per altre cento mille donne
canto la voce di una donna

senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue
senza nessun padrone..."

mercoledì 3 febbraio 2010

PRESUNTO INNOCENTE

giovedi 4 febbraio, h.21,oo - Teatro del Lampadiere (Candilejas) - via Bentini 20, Bologna
Associazione VIA DE' POETI e circolo ARCI BRECHT presentano
primo appuntamento di PRESUNTO INNOCENTE - GLI AUTORI A NUDO IN PUBBLICO DIBATTIMENTO: ACCUSA, TESTIMONI, PROVE, GIURIA POPOLARE E ... VERDETTO FINALE

Un vero e proprio PROCESSO ALL'AMERICANA che vede coinvolti l'autore e i suoi scritti, un Pubblico Ministero, una Giuria Popolare, un Giudice ed un Avvocato Difensore - la rassegna curata dall'Associazione VIA DE' POETI rappresenta (assieme a "SLA!M -DISFIDA POETICA A SQUADRE AD ALTO COINVOLGIMENTO DI PUBBLICO" ) la PECULIARITA' INNOVATIVA A LIVELLO NAZIONALE delle proposte artistiche dell'Associazione per il 2010: protagonisti della serata:

Imputato: MIRCO MAZZINI “SOTTO LA CORTECCIA”.
Pubblico Ministero: PATRIZIA FINUCCI GALLO (giornalista e scrittrice), Avv. Difensore: PERRY BARONCINI.
Presidente di Giuria LUPO ANGEL
Giuria Popolare scelta tra il pubblico presente
Moderatrice SILVIA PARMA
Intermezzi musicali alla chitarra del m.tro JO' SABADANGO.
Al termine buffet della buonanotte con il contributo di AGRIBIO

per info 3403479570, postapoeti@libero.it, www.viadepoeti.it

Sono aperte le iscrizioni per SLAM, gara poetica a squadre con rappresentazione multimediale e performativa dei testi poetici.
Il Regolamento, la scheda di iscrizione e le date di selezione in Bologna e nelle altre città italiane sono visibili E SCARICABILI sul sito www.viadepoeti.it alla voce SLAM.

La poésie comme utopie à la maison de la poesie d'AMAY

...... Un lieu sans lieu. Espace et Temps qui ne sont pas, encore.
Le 14 février, jour de l’amour pour nos occidents postindustriels, sera le jour du nouvel an pour les Chinois: celui de l’année du Tigre de Métal.

Tourner le regard vers l’après, avec impatience, déjà, d’édifications, de reconstructions, de nouveaux sentiers qui déjà cheminaient en nous mais qui s’arment maintenant du désir de se déverser à grands flots.
Nos humbles outils sont la poésie, les livres, une revue, le rêve d’un théâtre, des animations, notre infatigable détermination à œuvrer au rapprochement entre l’indicible et ce qui est à dire… nos outils ce sont aussi nos rencontres, ces moments de partages d’humanités et de poésie, que nous organisons une fois par mois en notre Maison.

Ce vendredi 26 février, à 20h, nous accueillerons avec joie Pierre Tréfois qui nous présentera son nouveau livre Offertoire rouge, ainsi que Denys-Louis Colaux, absent de nos lettres depuis bien trop longtemps, et qui fait le plus beau des retours en poésie avec Un tailleur d’allumettes. Marc Docquir, au violon et violoncelle l’accompagnera dans ses lectures.
(suite)

lunedì 1 febbraio 2010

Tre domande ad Adele Desideri


Tre domande ad Adele Desideri.
In occasione della pubblicazione del libro: “Il pudore dei Gelsomini”

1)Adele, sembra una domanda scontata, ma non posso non fartela: il titolo del libro che ritroviamo nascosto tra i versi di una delle prime poesie del tuo nuovo lavoro, mi incuriosisce e mi inquieta al tempo stesso. Questa frase sembra aprire la via, in una dimensione misteriosa, a qualcosa di segreto, di indicibile, quasi al limite di quel giardino che tutti vorremmo ma temiamo attraversare, almeno in una fase della nostra vita, quella dell’adolescenza. A me viene in mente il rito iniziatico, quello che segna il passaggio dall’età infantile a quella matura, dove il pudore necessario e presente deve cedere il passo, dopo prove ed eventi gravosi e paurosi, a quella necessaria dose di consapevolezza per affrontare la vita. Così nei tuoi gelsomini, nella farfalla e in quel codice scritto nel cielo terso che leggono gli ulivi e le radure verde rame forse, se pure ormai donna matura che ti culli nel fiume di luce, si scorgono reminiscenze di giovanili momenti dove torni bambina e, dimentichi le rotte proibite. E comunque manca sempre qualcosa al tocco…Che peso ha nella tua poesia dunque il ricordo di questo passaggio e quanto ti pesa, se ti pesa il parlarne, visto che è così difficile per tutti dimenticarsene, e cosa manca per raggiungere un giusto equilibrio?

*Il segreto, l’indicibile, è quanto non si può dire, né pensare, né nominare. È quel che accade in un’epoca remota. L’epoca del non ricordo. Il non-ricordo (ovvero la sensazione - non la certezza - di un misfatto accaduto, forse anche solo nella pura immaginazione) può essere espresso unicamente nella metafora. Non scaturisce dal pensiero logico, ma piuttosto appare come un’intuizione improvvisa, a volte non chiara, ermetica.

*Luna bugiarda

Montmartre, via Madonnina 27, Milano

Mi trafiggi la nuca,
mi imbrigli nel lutto.
Ma in tre, tu sai,
il gioco non vale.

Sono la donna di picche,
aggrumo dolori,
nel castello dei pazzi
il re semina orrore.

La luna - tu non lo sai -
è bugiarda e calante.
Ti sfido a tressette,
la lotta è ferina,
acceco i tuoi occhi,
ti vinco, ti anniento.

Nella truffa mi avvedo
di un sole corrotto.
Sei teatro, canzone,
sei una luce blasfema.

Mi ritraggo e se vuoi
cambiamo le carte.
Perdi tu, io proseguo,
nel cappello altre storie.

Sei un disegno sfumato, io volevo l’amore.

(Adele Desideri, dalla raccolta inedita L’eremo dei pensieri sospesi)


*Il giardino proibito, quello che conserva il pudore, è effimero, come il profumo dei gelsomini. E risiede nell’infanzia, la prima infanzia: vessata, assunta a tema di un’esistenza negata ab origine.

*L’iniziazione avviene sempre troppo presto. Dopo - nell’età irresponsabile dell’adolescenza - si vola alto, inconsapevoli.
Ma il tragitto è breve. L’età adulta precipita presto nel buco nero dei doveri, dei diritti, dei riti - davvero per nulla sacri - quotidiani. Il pudore è una necessità negata.

*A volte, solo a volte, si torna bambine. È un attimo. Poi l’orologio degli affetti di nuovo perde secondi, minuti, ore. Meglio, allora, non ricordare, se non attraverso la poesia. E, quando al mattino suona la sveglia, seguire le linee invisibili - interiori - della realtà necessitante. Fare - non pensare e non sentire - per non soffrire.

2)Un calice atteso è il sottotitolo della seconda raccolta dei tuoi testi. Anche qui noto la forte presenza della dimensione del ricordo dove l’amore speso, come l’uva matura, colora la vigna e le viti, in ricordo di padre e di madre. Gli affetti familiari, la bambina con l’altalena e la corda per saltare, con le lacrime di ghiaccio… il poeta affonda il coltello nelle piaghe della sua vita e spesso sono le piaghe anche del lettore, non credi? E’ un lento lavorio di scavo nel profondo, quanto male fa al poeta? Ne troveranno giovamento, alla fine i suoi lettori?

*La via che porta alla crescita e dà un senso alla vita è per me sempre radicata nella parola. Parola - insegnamento, parola - transfert, parola – verso.
Comunque parola. La parola - quella che dico, e sento, e voglio leggere - la parola è salvifica. In termini più moderni, terapeutica.
I miei maestri della parola: Qoelet, Euripide, Sofocle, Dostoevskij, Tolstoj, Leopardi, Pirandello e, non ultimo, Turoldo.
Spero di potere donare al lettore - attraverso le mie poesie -parole gravide di senso. Ma è il lettore che sceglie. Io posso solo offrirle, le parole.
Qualcuno passa oltre, qualcuno si ferma e poi scappa, qualcuno legge e assimila.

3)Nell’ultima parte del libro parli ancora di vino, l’ho notato è un elemento che ricorre spesso. Pensando al vino il collegamento è subito al colore rosso, e al sangue: si qui a maggior ragione si parla spesso di temi sacri, Cristo, i Santi, i Morti. Che valore ha o deve avere per il poeta il sacro rispetto al profano? Il poeta nel tuo caso è testimone anche della sua/nostra cristianità, non può non esserlo dato che fa parte della sua/nostra stessa identità. In questa società così ormai multietnica trovi giusto ribadire questi concetti? E’ un compito del poeta rafforzare il senso di appartenenza ad una cultura?

*Certamente - come già ho accennato - ho avuto la fortuna di ricevere una discreta formazione umanistica: il liceo classico - la civiltà greca e quella romana -, la lettura dei grandi romanzieri e poeti - russi, francesi, inglesi, americani e italiani - lo studio della psicoanalisi freudiana e junghiana, e - in età adulta - la Bibbia. Un substrato culturale che influenza il mio modo di fare, di parlare e di scrivere.

*Vino e sangue: un binomio nel quale sono stata educata. La mia nonna materna - nella sua villa toscana in provincia di Pisa, a Cevoli - preparava per
i suoi otto chiassosi nipoti - una merenda che mi piaceva moltissimo: pane, vino e zucchero.
E, d’altronde, il collegamento tra vino e sangue non è solo essenziale nel sacramento dell’Eucarestia, ma appare anche in altre esperienze religiose. Perfino nei detti popolari: “Il vino - specie quello rosso - fa buon sangue”.

*Il sacro è ciò che fonda ogni civiltà e le dà senso. Violare il sacro significa uccidere l’uomo, la sua stessa anima. Quando mi devo recare in un paese oltre i confini italiani, prima - molto prima - ne studio la cultura religiosa, alimentare, le più arcaiche - sacre - tradizioni.

*Ma non temo il confronto. Né voglio imporre la mia identità culturale, o tanto meno la mia fede.
Io mi sento così profondamente dentro alla civiltà cristiana, che non ho paura di misurarmi con chi crede in un Dio diverso dal mio. Misurarmi per comprendere, per accogliere, per amare e per crescere - io stessa - nella dimensione spirituale. L’induismo, per esempio, offre spunti molto profondi di meditazione. E così pure il Buddismo.

*Il dialogo, ancora la parola - retta però (e la rettitudine è molto vicina alla bellezza) - è, secondo me, un passaggio critico ma decisivo per il futuro dell’Europa e dell’intera umanità.


Bologna 22 gennaio 2010
Milano, 28 gennaio 2010

Cinzia Demi
Adele Desideri

7 GRANI

Ciao a tutti

venerdì 19 febbraio
7 GRANI presenta il nuovo album

"di giorno e di notte"

a Como al circolo arci xanadù-ex spazio gloria (via varesina)
inizio concerto ore 21, 30
ingresso 7 euro

La Tela Sonora

La Tela sonora e' una rete che attrae la poesia per espanderla e farla conoscere nel mondo, qui e ora: non esiste passato non esiste futuro. il futuro é il passato come é stato pensato da TE.

Ascolta ora in questo momento, l'unico possibile attimo.

Le parole della poesia letta sono adesso e ora, la loro musicalità é un tantra che raggiunge il cervello e soprattutto il cuore.

visita http://www.radioalma.blogspot.com/ ed ascolta le puntate trascorse in compagnia dei poeti.

La tela é per tutti grandi e piccini senza distinzione, accoglie per espandere per ritornare nel mondo con una forza più grande

Grazie a tutti coloro che hanno deciso di partecipare, la tela é vostra