Antonio Spagnuolo
Fugacità del tempo
LietoColle - collana Aretusa
Luminoso e persino rutilante. Cerco, è evidente, gli aggettivi "giusti" per avvicinare la poesia di Antonio Spagnuolo, per ricondurre la sua ideale coloratissima luce napoletana alla dimensione fisica della grigiastra nebbia nostrana. Una luce che illumina ogni poesia, ogni verso [...]
La voce dello scrittore napoletano risuona nel silenzio rumoroso e spesso assordante che circonda oggi tutte le cose, della cultura o della vita, per ricordarci l’annientamento dell’illusione, il dileguarsi dell’inganno dei sensi, l’impressione insomma che tutto proceda verso la propria fine.
La sensazione che tutto navighi a vista verso ciò che non si vorrebbe vedere mai è tanto più viva nelle prime cinque poesie, ma procedendo nella seconda e più corposa parte del libro, si scopre che nella stessa solitudine verbale di Spagnuolo, nella eloquenza che funziona da schermo per questioni esistenziali non specificate, nelle voci acute che riportano un’angoscia, un desiderio, un tumulto del cuore, una vicenda personale che spesso brucia, si scopre – dicevo – un momento serio, un’ "intermittenza" dei sentimenti che nella coscienza ingrandisce e non per caso si fa strada.
In questi versi Spagnuolo abbatte il suo gioco, mostra le sue carte segrete [...] è un pittore che maschera, con i colori, un suo disegno, lo ingrandisce, lo abbellisce, lo lavora. Allora le allusioni più esclusive, il ritmo che cresce e accelera, qualche svolazzo dodecafonico nella musica del verso, tutto torna, e finalmente si vede nella sua giusta dimensione un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita a quella cosa indefinita, incostante e difficilissima, che si chiama poesia.
..... dalla prefazione di Gilberto Finzi
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