martedì 11 novembre 2008

Ibn’ Arabi

Recensito da Valter Binaghi
C’è un percorso esoterico nella nostra cultura che, per quanto oggi sembri trascurato, resta una delle vene sotterranee che ne sostengono la pienezza vitale, senza di che una cultura diviene puro archivio di significanti pastorizzati e di stereotipi nell’agire.

Sto parlando dell’erotica mistica, uno dei momenti in cui la carne appare una promessa pienamente realizzata, e l’istinto dà il suo fiore lungamente atteso nello Spirito.

Anche se non si tratta di un’esperienza così ordinaria da poter essere universalmente condivisa, le non poche e concordi testimonianze che ce ne giungono da chi ha saputo scriverne bastano a rendere percepibile questa dimensione dell’essere, aiutandoci a riconoscerla quando si affaccia nelle nostre umili vite.
Allora, col Platone del Fedro, riconosciamo che rinascere nella Bellezza è il vero e metafisico obbiettivo di ogni riproduzione biologica. Col Cantico dei Cantici, comprendiamo che il Dio che il nostro cuore attende è non padrone ma Sposo dell’Anima. Col Dante della Vita Nova desideriamo lasciarci alle spalle ogni bassezza per essere degni della Donna, la perfetta tra le Immagini del divino. Per quanto disastrati possano essere i percorsi di un amore, nessuno negherà che è per amore di un lui o di una lei che ha saputo trovare in sè la parte migliore, e confermerà l’eterna verità dell’amore cortese, che la dottrina sterilizzata dei professori di lettere confina ad un genere della poesia medioevale.Tuttavia, al lettore e cultore occidentale di questa via del sublime, mancava una voce importante, probabilmente fondamentale: quella della mistica sufi, e in particolare di Ibn’ Arabi, il più grande dei mistici islamici (1165 - 1240), autore per molti di noi leggendario dopo che un libro dell’islamista e filosofo Henri Corbin (L’immaginazione creatrice, Laterza) ne aveva illustrato l’arditezza e profondità speculativa, e ancora di più dopo che il critico spagnolo Asin Palacios, ha scatenato qualche anno fa un vivace dibattito sulla sua tesi provocatoria: che l’erotismo mistico di Ibn’ Arabi abbia esercitato un’influenza così decisiva sui poeti dello stilnovo, da potersene considerare l’ispiratore.

Proprio questo è uno dei motivi d’interesse che hanno portato a questa edizione, come afferma il traduttore Roberto Rossi Testa: si tratta infatti di una raccolta di poesie che furono ispirate da una donna reale ma, anche a causa delle maligne insinuazioni dei bacchettoni dell’epoca, commentate in seguito una per una da Ibn’ Arabi, il quale non spiega ma dischiude la loro portata simbolica, facendo di questa lettura un vero e proprio percorso iniziatico.D’altro canto, Gianni De Martino, in una prefazione che è essa stessa testimonianza vibrante e poetica, racconta come nel Marocco degli anni Sessanta, luogo nodale per l’immaginario di un’intera generazione che lasciava l’Occidente in cerca del meraviglioso, l’incontro con Ibn’Arabi avveniva sotto il segno della ricerca di una percezione rinnovata delle cose, che passava attraverso le droghe psichedeliche ma anche la scoperta delle mistiche profondità di un Oriente più filosofale che geografico.

Questo è un libro che, come uno scrigno, contiene cose diversamente preziose: poesia, un capitolo forse essenziale della storia dell’anima occidentale, e una via d’accesso all’Altrove. Persone diversamente disposte lo leggeranno a livelli diversi, e il ricco apparato storico, filosofico e critico che le prefazioni contengono, è una più che degna introduzione al suo grande autore. Ibn’ Arabi, come tutti i veri maestri, è un autore universale. In vita fu coscientemente aperto ad un ecumenismo per nulla sincretico ma intensamente spirituale.
E’ colui che scrisse:

“Seguo la religione dell’amore:
in qualunque regione mi conducanoi cammelli d’amore là si trovano la mia credenza e la mia religione”

2 commenti:

  1. Questi i riferimenti completi del libro:

    Ibn ‘Arabî, "L'interprete delle passioni ( Tarjumân al-Ashwâq)" a cura di Roberto Rossi Testa e Gianni De Martino, Milano, Urra-Apogeo, 2008

    RispondiElimina
  2. Vedi serata "Poésie, désir et élévation, d'Ibn 'Arabi à la 'Vita nova' de Dante", Abdelwahab Meddeb, Chantal Saragoni, Jean-Charles Vegliante (autresvoix.blogspot.com) : CIRCE e BU-Paris3.

    RispondiElimina

La Tela Sonora

La Tela sonora e' una rete che attrae la poesia per espanderla e farla conoscere nel mondo, qui e ora: non esiste passato non esiste futuro. il futuro é il passato come é stato pensato da TE.

Ascolta ora in questo momento, l'unico possibile attimo.

Le parole della poesia letta sono adesso e ora, la loro musicalità é un tantra che raggiunge il cervello e soprattutto il cuore.

visita http://www.radioalma.blogspot.com/ ed ascolta le puntate trascorse in compagnia dei poeti.

La tela é per tutti grandi e piccini senza distinzione, accoglie per espandere per ritornare nel mondo con una forza più grande

Grazie a tutti coloro che hanno deciso di partecipare, la tela é vostra