martedì 29 settembre 2009

Rossella Renzi

2 ottobre 2009 (prima tappa alla CAROVANA DEI POETI DI RADIO ALMA

Sull’orlo del mondo




Intero devo contenere il silenzio
nelle mani il verso dei rapaci
che si voltano con teste da uomo.

Il lamento del mendicante
implora di partire
mio piccolo animale
sei il merlo nero che mi fissa
nell’ora muta della sete.

***


Il tuo suono tra ghiaccio e deserto
nel piede sudicio che solca la terra,
ha luce di casa e di strada l’odore.
Sei magra e dannata come una bestia
senza dimora, conserva la polvere
e le note della tua terra
per finire la danza
sull’orlo della piazza.

***


Abbracciato allo scoglio muori
angelo nero col cuore a metà
il tuo albero è nudo ad ogni foglia,
ad ogni foglia si spegne la luce
e la strada spoglia cancella il passo.

Conserverò le tue piume ordinate
le indosserò per un volo più aperto.

***


Piccoli sognatori
sono già in viaggio col passo serrato.

Chiudono gli occhi alle porte d’Occidente
un odore tenue che si fa olezzo
nel silenzio tra godere e disprezzo
urlano a mani vuote brutalmente.

***


Nelle viscere l’eco dei dissidenti
col cranio fracassato
gettato in fondo al mare,
dove dormono voci e mani legate,
le schegge ostinate della vita
e il pensiero, l’onda infinita
che nessuno potrà contenere.

***

(Ciudad Juarez)
Ho perduto tutte le mie mani
scavando una parte tenera di terra
cercavo quelle perle
che una donna indiana
mi regalò in sogno.
Anche gli assassini
stanotte restano impuniti.

***


L’ora del cielo è di sale e memoria
la strada riceve le braccia
ad ogni metro, fissiamo il tramonto
le stelle tiepide del pianto.

La polizia verrà stanotte
ci porterà alle sbarre
ci farà vomitare
la nostra calda disperazione.

***


Non devi sapere se urgente
misuri il tempo col passo del ragno
se ancora duri dopo il massacro
non lo devi sapere.
Zitta madre stolta
la bocca serrata con fili di rame
l’ombra stravolta
zitta
che l’acqua non è più pura
che il sogno non divora
la luce è piena dentro ogni voce.

***


All’alba ci coprivano gli occhi
con un velo di cenere
non potevamo
non potevamo sentire
il passaggio dei nostri bambini
sull’orlo del mondo.

***

Vieni vicino al mio petto,
più stretto:
nascere, piccolo, è cadere nel tempo.
(Marina Cvetaeva)

Sei dentro, minuscola creatura:
quale posto troverai nel mondo
non ti voglio raccontare, le braccia
il viso bianco di tua madre,
un vuoto di sogni che dovrai colmare.

Preparo nel frattempo la tua soffice tana,
il pane, gli abiti di lana. Fuori sarà diverso,
fuori sarai una piccola goccia
sull’orlo di un milione di foglie
e l’eco della notte
ti dovrà contenere.

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