Buone vacanze al sapore di mela!
Proprio mi spiace ma non posso raggiungerti
questa è l’ora che permette salti
ai caprioli, mirtilli e bacche,
la luce che filtra dai cespugli
è lenta a morire.
Ha fatto un lungo viaggio diligente
e detto per intero ch’è fatica
questo sopravvento delle cose.
Nell’aura tiepida che man mano
s’arroventa, il pensiero più conciso
è come nebbia e alberga
non più su di un aquilone.
Mi dispiace ma non posso raggiungerti
fino all’ultima musica ballerò.
- Sarà lungo l’inverno e pesante il sonno –
così fischia chi s’attarda all’alba
di questi giorni variopinti.
Sarà lungo l’inverno al sapore di mele
raccogline qualcuna anche per me.
Da “ Economia del bosco “ di Emma Pretti – Caramanica Editore - 2002
venerdì 7 agosto 2009
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La Tela Sonora
La Tela sonora e' una rete che attrae la poesia per espanderla e farla conoscere nel mondo, qui e ora: non esiste passato non esiste futuro. il futuro é il passato come é stato pensato da TE.
Ascolta ora in questo momento, l'unico possibile attimo.
Le parole della poesia letta sono adesso e ora, la loro musicalità é un tantra che raggiunge il cervello e soprattutto il cuore.
visita http://www.radioalma.blogspot.com/ ed ascolta le puntate trascorse in compagnia dei poeti.
La tela é per tutti grandi e piccini senza distinzione, accoglie per espandere per ritornare nel mondo con una forza più grande
Grazie a tutti coloro che hanno deciso di partecipare, la tela é vostra
Ascolta ora in questo momento, l'unico possibile attimo.
Le parole della poesia letta sono adesso e ora, la loro musicalità é un tantra che raggiunge il cervello e soprattutto il cuore.
visita http://www.radioalma.blogspot.com/ ed ascolta le puntate trascorse in compagnia dei poeti.
La tela é per tutti grandi e piccini senza distinzione, accoglie per espandere per ritornare nel mondo con una forza più grande
Grazie a tutti coloro che hanno deciso di partecipare, la tela é vostra
Eclisse di luna
RispondiEliminaIl rebus dei tacchini bianchi
è nelle loro testoline pelate,
lungo il perimetro del cortile
sognato di traverso
corrono dietro alla luna
che raschia via la propria immagine.
Sono tutti innamorati fradici
e la malanima fluttua sull’illusione
che un giorno lei li porterà via
sostenendoli in un volo senza stanchezza,
dentro il suo velo tarlato
zuppo di tenebra.
Raspano il gioco del cielo
con la speranza dei cercatori
d’oro, una foresta di stanghe all’aria
fa da spettacolo e tra pochi minuti,
appesa ai rintocchi del ferro e del vuoto,
tornerà a splendere scaltra e
solenne sopra le testine pelate.
Disperso ad alta quota
Non vedrò questo miracolo
ma almeno ci ho provato.
Ho giocato senza regole
e senza nome
senza conteggi
che potessero frenarmi,
e la partenza è stata alla grande.
Poi è arrivata la salita.
La salita era un lenzuolo
di ghiaccio che sbatteva al vento
e Dio sopra la mia testa
aveva la forma di un cucchiaio
mi spingeva giù.
Scavava dentro al mio nome
perché non potessi portarlo con me
e l’estrema felicità
non avesse simboli.
La salita è stata solo sogno.
Frastagliato da un milione
di urti.
Non è vero che esiste il silenzio
quassù,
è tutto un correre di voci trafelate
metalliche, sfibrate dal vento
che si affanna a portarle via
rovesciandole sopra le nubi
e scuotendole con rabbia giocosa,
come il cane tormenta
una vecchia pantofola.
Corrono nascoste al mondo
alzano pareti di vetro.
Il mondo gli è bastato.
Non è grave addormentarsi
Tra queste lame di cristalli guerrieri
mentre il cielo viene rimescolato
dalle pale degli elicotteri e ha
un invisibile turbamento
che oscura il mio respiro.
Gli alberi non nati
La sostanza degli alberi non nati
è una carne tremula di cui
abbiamo sentito il fruscìo
appeso alle orecchie,
un’idea rapida che sorpassa
se stessa nel buio trasparente.
Solo per un attimo aprirono gli occhi
per bere la nebbia corrotta del mattino.
Sono venuti per redimerci
e sparire, anch’essi coinvolti
nella crescita e seppelliti;
neanche ridotti a numero
sulla strada verso nessun luogo,
che è il percorso migliore
perché non s’impara
né bisogna ricordare.