vai al link Intervista a Marco Munaro.
Un nome splendido per una realtà splendida. Il Ponte del Sale è un’associazione per la poesia che ha inventato un modo nuovo di fare editoria, un modo “puro” di credere nell’autenticità e nella verità della parola. Ha sede a Rovigo, stampa libri raffinatissimi e organizza eventi di assoluta qualità. Marco Munaro, che ne è una delle anime, parla di questa “fabbrica” e ne illustra il catalogo, tra Dante, Virgilio e alcuni dei migliori poeti contemporanei, italiani e stranieri. Il sito della casa editrice è
http://www.ilpontedelsale.it/Come e quando nasce Il Ponte del Sale?«Il Ponte del Sale nasce a Rovigo nel 2003 per opera di un gruppo di poeti e artisti veneti: io, Mariacristina Colombo, Luciano Cecchinel, Maurizio Casagrande e Pasquale Di Palmo».
Il Ponte del Sale è una “associazione per la poesia”: spieghiamo a chi ci legge cosa significa questo, o meglio, cosa significa “per voi” questo.
«Significa innanzitutto credere in un progetto di collaborazione tra coloro che, a vario titolo, credono nella poesia, e nella sua forza di matrice dei saperi e delle arti, e che riconoscono anche oggi la centralità della poesia in ogni discorso culturale e civile. Si tratta di un gesto politico, in fondo, quello di dare voce al poeta, oggi più che mai inascoltato, relegato com’è ai margini dall’industria culturale».
Come mai questo nome?
«Il Ponte del sale era il ponte principale – ora scomparso – di Rovigo, univa l’anima sacra – il Duomo – e quella civica – Piazza Maggiore – della città, divise dall’Adigetto, il verde naviglio che attraversava Rovigo fin dai tempi della sua fondazione. L’Adigetto fu deviato e interrato a partire dagli Anni Trenta del Novecento. Abbiamo voluto riferirci a questo luogo scomparso originario anche per le armoniche simboliche espresse dalla parola “ponte”, unione, comunione, scambio, e dalla parola “sale”, sapere-sapore».
Qual è la struttura, quali sono le anime del Ponte del Sale?
«La struttura è duplice, l’anima è una sola: quella cioè di “pubblicare” la poesia a Rovigo e nel territorio, realizzando incontri, presentazioni, letture, collaborazioni e libri. La struttura della casa editrice è parte della più ampia struttura organizzativa, che in collaborazione con l’Assessorato alla cultura della provincia di Rovigo, realizza ogni anno una rassegna dal titolo “Verso il solstizio d’estate”, primo festival di poesia musica e arti in Polesine di respiro internazionale».
Quali sono le linee editoriali del Ponte del Sale?
«Massima cura grafica e tipografica, nitore dei caratteri, pregio della carta e del formato, massimo rigore nella scelta dei testi, di autori noti e meno noti, la cui opera, nonostante il valore, non ha trovato e difficilmente troverebbe un adeguato sbocco editoriale».
Qual è l’iter che porta alla pubblicazione di un libro con Il Ponte del Sale? Che tipo di ricerca e di lavoro ci sono, dietro ogni volume?
«Riceviamo quasi ogni giorno proposte di pubblicazione da parte degli autori, che vagliamo con attenzione e ogni scrupolo redazionale. Ma, senza aspettare, ci mettiamo in cerca degli autori. Si tratta di un lavoro enorme, sperimentale e spregiudicato, perché non ci poniamo limiti, di provenienza, età, lingue, l’unico criterio è il valore letterario che i vari redattori riconosco unanimemente. Dato però che in nessun caso chiediamo soldi all’autore, dobbiamo procedere lentamente e con molte rinunce; alla fine questo ci consente di ridurre al minimo l’errore di valutazione, di cui ci assumiamo la responsabilità. Pubblichiamo in media cinque libri di poesia contemporanea italiana all’anno, in media tiriamo di ogni libro cinquecento esemplari. Cinquanta vanno in omaggio all’autore, altri cinquanta ai soci, altri cinquanta a critici e riviste letterarie. Una volta approvato dalla redazione, il libro passa in programmazione per la stampa, c’è allora il lungo lavoro di revisione e poi la correzione delle bozze. Dall’approvazione alla stampa passano circa due anni. Le fasi di lavorazione del libro sono in realtà molto più numerose e delicate, si tratta in fondo di una sopravvivenza di tipo artigianale – senza fine di lucro – all’interno di un’industria – quella della stampa – dominata da esigenze commerciali: quantità, rapidità, pressappochismo».
Per le traduzioni come vi muovete?
Nello stesso modo; in più c’è il lavoro delicatissimo affidato – o proposto – dal traduttore; per le traduzioni da lingue poco note – come il polacco ad esempio, da cui abbiamo tradotto il grandissimo Herbert ancora inedito in Italia – ci avvaliamo di collaborazioni universitarie e di istituti di cultura in Italia e all’estero».
Parliamo del vostro catalogo.
«Il nostro catalogo è attualmente costituito da trentadue titoli, raccolti in cinque collane. “La Porta della lingue” è la collana di poesia contemporanea in lingua e nei dialetti d’Italia, dove sono uscite opere di Anna Maria Farabbi, Gianni Priano, Beppe Salvia, Sebastiano Aglieco, Umberto Simone e Gianfranco Draghi, solo per fare qualche nome a caso. “Gli alberi capovolti” è la collana di classici, dove abbiamo finora pubblicato i primi due libri delle “Georgiche” di Virgilio, nella traduzione di Gianfranco Maretti Tregiardini, e le “Poesie” di Gottfried Benn, nella traduzione di Giuseppe Bevilacqua. “La Bella scola” è la collana dantesca dedicata alla lettura della “Commedia” da parte di poeti contemporanei. “Il labirinto del mondo” è la collana di poesia straniera contemporanea, dove abbiamo pubblicato, oltre a “Rovigo” di Herbert, già ricordato, poesie del poeta ceco Karel Sebek, e del colombiano Aurelio Arturo. Infine l’ “Orbis pictus” è la collana dell’incontro tra la poesia e le altre forme del pensiero e dell’arte: qui abbiamo pubblicato un omaggio a Rimbaud per i centocinquanta anni dalla nascita, un omaggio a Comenio il grande pedagogo moravo del ‘600, e al suo Alfabeto vivo, un omaggio a poeti contemporanei sotto forma di dialoghi curati da Maurizio Casagrande, “In un gorgo di fedeltà”. Attualmente stiamo preparano un omaggio a Antonin Artaud, curato da Pasquale Di Palmo».
Vorrei soffermarmi su “La Bella scola”…
«Come dicevo, si tratta di una lettura della “Commedia” di Dante, affidata, canto per canto, ad un poeta contemporaneo diverso. La specificità di questa strana lectura dantis, è che, oltre ai poeti, agli attori, ai musicisti, sono coinvolte attivamente le scuole: Teatro del Lemming, Conservatorio, Liceo artistico di Rovigo (Istituto d’Arte di Este e di Padova) hanno infatti “illustrato” con opere realizzate all’uopo i vari volumi, che finora sono cinque. Siamo arrivati al canto nono del Purgatorio».
Quando è nata questa collana?
«E’ nata nel 2003».
E “come” è stata pensata?
«La collaborazione con varie forme d’arte attorno alla poesia di Dante, la fruizione attiva dell’opera da parte degli alunni coinvolti, la vitalità della lingua di Dante oggi. “La bella scola” è un’antologia della poesia contemporanea in Dante».
Come è impostato ogni volume della collana?
«Breve presentazione del poeta, poesia del poeta contemporaneo, commento del poeta al canto, illustrazione del canto e – eventualmente – della poesia scelta».
I volumi sinora apparsi nella “Bella scola” sono cinque: facciamo un riassunto…
«E’ impossibile. Il primo volume contiene i commenti ai primi sette canti, il secondo ai canti 8-17, il terzo ai canti 18-30, il quanto agli ultimi quattro canti dell’Inferno, il quinto ai primi nove del Purgatorio. I commenti sono molto diversi, tutti interessanti perché ogni poeta è invitato, quasi costretto, a tradirsi, cioè a scoprire il suo legame con Dante e con le ragioni formali e simboliche di quella poesia e della propria».
Mi rendo conto. Ma mi dica, qual è il sentimento che lega la vostra linea editoriale e gli eventi che organizzate?
«L’amore per la poesia, la fiducia nella vita. Sapere Agere Loqui. Il sale, appunto».
Ma quanto contano nel mondo d’oggi le parole dei poeti?
«Molto, anche se sembra il contrario, molto più di quanto pensino i poeti stessi, spesso sconfortati dal loro gridare nel deserto».
Che cosa significa lavorare “con” e “per” la poesia oggi?
«Significa essere aperti al mistero, nell’ignoto, e insieme in cammino verso casa. Pagando un prezzo molto alto alla società».
Critica e pubblico: che riscontri avete avuto?
«Lodevoli. Tali da incoraggiarci a continuare nell’arduo cammino».