lunedì 15 marzo 2010

La Sardegna e i suoi Artisti

Alberto Masala a Roma -
L’Associazione dei Sardi a Roma “IL GREMIO”
nell’ambito del programma
La Sardegna e i suoi Artisti
a cura di Neria De Giovanni e Antonio Maria Masia

sabato 13 marzo 2010 alle 17.30
presenta
Alfabeto di strade (e altre vite)
di Alberto Masala
(edizioni il Maestrale)

Dialogano con l’autore
Annamaria Ferramosca e Alessandro Giammei


Casa delle Regioni Italica Gens - UNAR
Via Aldrovandi n. 16 - Roma (Zona Parioli -Villa Borghese)

Alberto Masala. Sardo, vive a Bologna. Poeta e traduttore, agisce in contesto internazionale sperimentando in concerto con artisti di varie provenienze. Esperienze di radio, teatro, video… Nella scrittura, che utilizza diverse lingue in un personale linguaggio di confine, è importante la componente
dell’oralità. Su Cuncordu Bolothanesu canta i suoi testi in sardo. Fondatore di minores,movimento poetico per la dignità delle culture. Su RAI Radio3, per Storyville, ha curato le serie su Tom Waits e Allen Ginsberg. Ha diretto alcuni progetti d’arte in Europa (Berlino, Amsterdam,Salonicco, Bologna, Asuni…). Sta progettando Logos, centro residenziale di produzione artistica.

Autore di: all’infinito (ed. d’arte con A. Roca), per Joseph Beuys con R. Barbanti, L. Bolognesi, A.Roca (Montanari, 1998), Mediterranea con M. Golfieri (il Maestrale, 2000), Proveniamo da estremicon F. Ledda e A. Are (Erosha/ETL, 2002), TALIBAN (in Italia e USA, 2001, ristampa 2007 - e Francia, 2003), In the Executioner’s house (USA, trad. J. Hirschman, 2003), Geometrie di libertà (ZONA, 2004), Alfabeto di strade (il Maestrale, 2009). Appare in riviste, raccolte e antologie (Italia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria, Albania, Bosnia, USA…).
di lui hanno scritto …
… uno fra i maggiori testimoni della poesia contemporanea. Interprete critico della grande tradizione orale, lucido vociferatore che estende e rinnova nello spazio ritmico del senso le sue pronuncesovversive. (Serge Pey)
… un poeta dell’esortazione, un anarchico con coscienza di livello culturalmente internazionale ed una produzione di tale ispirazione e tanto catalisticamente ‘avanti’ da essere progenitrice come lo sono stati Antonin Artaud in Francia e Julian Beck con il Living Theater negli USA. (Jack
Hirschman)
… risuona con timbro ineguagliabile la polifonia (di stili, di registri, di lingue, di temi, di esperienze davvero “internazionali” ma non necessariamente globalizzate e soprattutto di prosodie profonde) che Masala è abilissimo a concertare, con mano magistrale e con l’istinto incontaminato di una passione performativa che sa distruggere dall’interno ogni residua barriera tra scrittura e oralità. (Alberto Bertoni)
… Masala conosce bene gli strumenti dell’artigianato poetico orale e dei loro modi d’uso. E’ la sua prima formazione “di strada”, le rime dei cantadores – gli improvvisatori accompagnati anch’essi dal tenore – gli hanno salato il sangue. E su questa eredità innesta una sensibilità ideologica e
formale avanzata, fornendo un prodotto attivo e, quindi, quanto mai distante da una proposta fissista dell’identità culturale isolana. (Giancarlo Porcu)

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