Le forme del vuoto
Il fienile
Le trame scaturiscono oscure.
I fili della paglia sgusciano il raggio isoscele.
L’olfatto de-mente coglie lo zigomo forte
lo strappo di camicia il tre-sette sull’aia.
Nell’ affamato canto di ragioni randagie
l’arco di porta vola insetti.
I ramati tegami gli starnazzi
l’odorato sudore sull’insano ora decrepito
recapito re-cesso a riparo di voglie
sfinisce a mezz’aria.
La porta
La porta pressata di gramigne
s’aprì di botto intricata di luce
al mezzo fratto scalino divorato.
L’interno a rinfusa
la scena degli stracci s’eternava nei tarli
nel rodere di legni vertebrati.
Una poltrona inutile, le zampe di leone.
Accomuna barattoli, gli utensili sdotti
la pena solitaria,
la malìa del malore del perdersi
Il luogo è dove ci furono figure
e furori. Ora un vuoto d’ombre
staglia bianco. L’essenza è in pienezza
la consapevolezza di perdita.
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