giovedì 15 settembre 2011

UNHEIMLICH


UNHEIMLICH
ovvero
abitare l’ombra con un Libro degli uccelli….

La poesia è la solitudine senza distanza tra
l’affaccendarsi
di tutti
René Char

come ombra della luna
nella Milano che svuota
a Ferragosto sosta involuta
del destino isolata ruota –
ambiguo astro, e per un frattempo
non più precipitoso tempo
ripetersi del canto desolato
rauca pure la voce, affonda
nell’assolato silenzio, unheimlich
dell’implacabile stirpe dei giorni
spopolati ora nel rigore di vie a vista
senza il velo, affiorata la città
di me – fantasma, scomparsi anche
i clochard like the Bird without wings
mentre leggo degli uccelli storie turbate
abito l’ombra meglio ancora la notte
chiede resa totale, da me esige
alla solitudine docile consegna

Assolo barocco squarciando aria
sinistra fluida frizzante, silenzio grida
acuminata vista, ogni cosa
più intensa più vivida; delle geometrie
alta definizione e metafisici pendant
di me riflesso – illuminata ombra
macabra scoperta, il corpo frantumato
anche il suo doppio
precipitare e spegnersi del suono
riflessa ombra
dietro lo specchio – il nulla
specchiante è il legame
la mia ombra mai spenta in città
infine inghiottita dalle solenni quinte
profondità dell’acqua senza risonanze
forse solamente degli uccelli il canto
il libro dell’ascolto d’un amico
maniacale canterina nenia
ninnananna dell’imbarazzo
che l’impudica solitudine crea e insiste
calpestato lo specchio

Milano Ferragosto 2011
Evelina Schatz

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