giovedì 1 ottobre 2009

[INDIETRO]

da piccoli

si andava per mano

come l'inciso perdona al segno




e prima che mi si domandi

come

raccolgo le spalle

e mi si allentano le tempie




qui, sul letto

dove mi dimentico

abito le scarpe smesse

senza che mio padre e mia madre

comprenderanno mai

le mie tasche




penso che

questi cassetti vuoti

sono le valigie

di chi non è mai partito

sono il resto di mio nonno

le sue spalle

e la volta del sepolcro

sono la gioia

apparecchiata al folle

che venuto qui

dopo il tradimento

per rifugio di anni

bevve dalla ciotola del suo cane




dio, mi giurasti radici, fiocchi

latte di fico e lavoro di maglia

non l'angolo in cui adesso

mi conduci con gli occhi

dove ciò che resterà

è raschiare pena dalle palpebre

con lavoro di stiro, a mano


sa

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