da piccoli
si andava per mano
come l'inciso perdona al segno
e prima che mi si domandi
come
raccolgo le spalle
e mi si allentano le tempie
qui, sul letto
dove mi dimentico
abito le scarpe smesse
senza che mio padre e mia madre
comprenderanno mai
le mie tasche
penso che
questi cassetti vuoti
sono le valigie
di chi non è mai partito
sono il resto di mio nonno
le sue spalle
e la volta del sepolcro
sono la gioia
apparecchiata al folle
che venuto qui
dopo il tradimento
per rifugio di anni
bevve dalla ciotola del suo cane
dio, mi giurasti radici, fiocchi
latte di fico e lavoro di maglia
non l'angolo in cui adesso
mi conduci con gli occhi
dove ciò che resterà
è raschiare pena dalle palpebre
con lavoro di stiro, a mano
sa
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